Presentazione del libro di Renato Cantore
Sabato 6 maggio, alle ore 18:00, presso la Domus Mazziniana, si svolgerà la presentazione del libro di Renato Cantore “Harlem, Italia. Covello e Marcantonio, due visionari nel ghetto dei migranti” (Rubbettino, 2022).
L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione dei Lucani a Pisa.
Programma
Modera Emilio Chiorazzo, giornalista e scrittore.
Saluti
Pietro Finelli, Direttore Scientifico della Domus Mazziniana
Michele Molino, Presidente dell’Associazione dei Lucani a Pisa
Dialoga con l’Autore, Renato Cantore,.Raffaella Tancredi, medico specialista in Neuropsichiatria infantile e in Psichiatria, membro della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalitical Association, professore a contratto presso la Scuola di specializzazione in Neuropsichiatria infantile dell’Università di Pisa, che lavora presso l’IRCCS Fondazione Stella Maris.
Accolti con sospetto, sfruttati e sottopagati, stipati in case malsane e fatiscenti, cacciati finanche dalla loro chiesa, gli italiani arrivati a fine Ottocento a East Harlem, in gran parte dalle regioni povere del sud, diventarono in pochi decenni la più grande comunità straniera di New York. Una comunità forte, dignitosa, gelosa della propria identità ma aperta al confronto con altri popoli e altre culture, guidata da leader illuminati e visionari. Contrariamente a tanti italiani di successo, Leonard Covello, educatore e sociologo, e Vito Marcantonio, avvocato e uomo politico, pur avendone la possibilità, decisero di non lasciare mai il ghetto dei migranti, di condividerne la vita e le speranze. Il loro “sogno americano” non era quello di salvarsi da soli, ma di crescere insieme alla comunità, guidandola verso importanti conquiste: il riconoscimento della lingua italiana, la scuola di comunità, alloggi dignitosi, i diritti di cittadinanza, una rete di protezione sociale, condizioni migliori di vita e di lavoro. Un’amicizia per tutta la vita, due destini indissolubilmente legati a quello del popolo di Harlem, dove i “lazzaroni indesiderabili” provarono, e riuscirono, a diventare buoni cittadini americani senza rinnegare la propria identità.