Esattamente 150 anni fa l’esercito italiano liberava Roma unendola all’Italia e ponendo di fatto fine alla fase centrale e più importante del Risorgimento.
Purtroppo le necessità legate al contenimento dell’epidemia di COVID-19 ci hanno obbligato a posticipare gli eventi di approfondimento e di celebrazione che avevamo programmato e che – speriamo di poter realizzare per il prossimo 9 febbraio 150° anniversario della fondazione della “Roma del Popolo” da parte di Mazzini.
La Liberazione di Roma il XX settembre 1870 fu un evento tutt’altro che scontato, in dubbio sino all’ultimo e circondato da polemiche da parte cattolica ovviamente con il pontefice Pio IX che si proclamò prigioniero in Vaticano dello Stato italiano e da parte democratica e repubblicana con Giuseppe Mazzini che prigioniero di una monarchia sabauda incapace di essere autenticamente nazionale lo era davvero nella fortezza di Gaeta.
A un secolo e mezzo dalla Breccia di Porta Pia è però possibile al di sopra delle polemiche del tempo, che si sono a lungo prolungate nella storiografia e nella pubblicistica, valutare il valore storico universale e non solo italiano della fine del plurisecolare potere temporale della Chiesa.
Proprio per questo abbiamo deciso di ricordare il XX settembre 1870 riproducendo le parole di saluto che l’attuale pontefice Francesco ha inviato in occasione dell’apertura delle celebrazioni per il 150° di Roma capitale:
“Parve un crollo; e per il dominio territoriale pontificio lo fu […]. Ma la Provvidenza, ora lo vediamo bene, aveva diversamente disposto le cose, quasi drammaticamente giocando negli avvenimenti» ” – ha esordito Francesco citando a sua volta il card. Montini, futuro Paolo VI – La proclamazione di Roma Capitale fu un evento provvidenziale, che allora suscitò polemiche e problemi. Ma cambiò Roma, l’Italia e la stessa Chiesa: iniziava una nuova storia.